Hulk #19
Be psycho
Parte 3
Di Vale AlbaDiggi
Anthony Stark siede sulla sua
costosissima poltrona, con indosso i suoi costosissimi pantaloni e il suo
costosissimo vestito italiano. La lunga lista di oggetti presenti nel suo
ufficio ci porterebbe a pronunciare la parola "costosissimo" troppe
volte. D'altronde, è l'ufficio del presidente della REvolution e Tony sembra proprio un uomo d'affari
uscito da qualche stereotipato film americano: barba alla Johnny
Depp, sguardo di Al Pacino, charme di George Clooney.
Accidenti, Bruce...dove ti sei cacciato... Tony Stark
sta guardando l'ennesimo notiziario sulla scomparsa di Hulk.
E' accaduto quasi una settimana fa, ed è ancora la notizia più allarmante, in
America. Per una volta, non si è trattato di una celebre "fuga" ma di
un'altrettanto celebre "scomparsa", dato che Bruce
Banner è semplicemente scomparso. Le registrazioni
hanno permesso di incriminare tutti coloro che hanno cercato di rapire Bruce Banner, compreso
Psycho Man, ma del mingherlino taglia 48 che
ha l'abitudine di diventare grosso e verde, o grigio, o a pois...nessuna
traccia. Particolare interessante: è scomparsa anche la scatola di controllo
delle emozioni.
Quello
che pochi sanno è che in quella stessa stanza dove siede il presidente della REvolution, ci sono tante cose
"costosissime" quante "pericolosissime". In questo momento,
una gran parte di queste ultime cominciano ad emettere un qualche suono o una
qualche luce. Tutti gli allarmi partono simultaneamente. E' questione di un
attimo e il vestito italiano lascia il posto ad una scintillante meraviglia
tecnologica di stampo americano, proprio mente il rimorchio di un camion dei
trasporti impatta sul vetro della finestra del suo ufficio. Un attacco quasi
imprevedibile, iniziato e consumatosi in pochi istanti: i vetri esplodono,
seppure a prova di proiettile, gran parte della parete vola verso Iron Man che ha già alzato un banale campo di protezione.
- Chiunque tu sia... - intima la voce di Iron Man - ...sappi che mr.Stark è già al sicuro dietro spesse paratie di materiali praticamente indistruttibili. - non del tutto vero, ma via...non staremo a formalizzarci - Perciò ti consiglio di...di... - i sensori ottici inseriti nel casco zoomano su un bigliettino attaccato al rimorchio che ha sfondato la parete.
Ho bisogno di molte cose.
Me le farai portare da Iron Man, in un posto che ti farò sapere.
La lista è sul retro.
Buona giornata.
-
Antigone? - fa, Iron Man un attimo dopo, riferendosi
al software della sua armatura.
On line.
- Verifica sensoriale, con scansionamenti
a 10, 15 e 20. -
Verificato. Scansionamento
a 10 e 15 negativo. Positivo a 20. Lancio grafico dei
risultati in corso.
Sul suo
casco, in un angolo per l'esattezza, Tony vede apparire delle scritte e degli
istogrammi, che indicano i responsi dei suoi sensori.
- Oh,
no... - un secondo dopo gli stivali di Iron Man lo
proiettano fuori dal foro procurato da quell'impatto - Antigone, modalità ricerca. Riscotro ottico. -
On line. Riscontro ottico incompleto, obbiettivo
in rapido movimento. Individuazione a 32. 33. 34.
L'armatura
continua ad elencare numeri, che indicano l'allontanamento di ciò che aveva
rilevato poco prima, ma Stark prende a volare a tutta
velocità in quella direzione. Nonostante le acrobazie aeree, non riesce a a vederlo; prova a scansare un
cartello pubblicitario, ma il suo obbiettivo si trova oltre dei palazzi fra i
vicoli a livello della strada.
41.
41.5...
Sentire
la sua armatura elencare numeri per indicargli di quanto si allontana quell'affare non è piacevole.
- Antigone...lancio file mp3. I'm a Believer. -
Caricamento.
On line.
Nel suo
casco, mentre vola a tutta velocità, si diffonde la melodia degli Smash Mouth, ad un volume non fastidioso, ben calibrato secondo l'udito
di Tony Stark. Gli era piaciuto Shrek,
almeno il primo, che ci volete fare.
Riscontro ottico parziale.
Annuncia la sua armatura, senza interrompere la musica. Sul suo visore, un
rettangolo rosso si sposta fra i palazzi, a gran velocità. Dovrebbe essere un mirino, ma dato che l'essere si nasconde e si muove
velocemente, è solo un indicatore di posizione.
- Then I saw her face, now I'm a
believer. Not a trace
of doubt in my mind... - intona Stark,
abbassandosi in tono radente. Lo stava raggiungendo, schizzando fra gli stretti
vicoli, con virate agevolate dal sistema di guida migliorato nell'ultimo
modello. - What's the use
of... - fa per cantare Iron Man, ma la musica termina
inaspettatamente.
Attacco sonico in corso. Sospensione tot... Il resto, Tony non riesce
a sentirlo. L'armatura si è schermata giusto in tempo, ma qualcosa, come un
violento scoppio, lo ha assordato. Volteggia a caso un paio di volte, troppo
stordito per guidare con coerenza.
- Antigone...
- mormora - Pilota. Area a B10. -
On line.
Ha
inserito un pilota automatico, con l'ordine di mantenere l'area disegnata in
precedenza, senza interrompere nessuna schermatura già in uso. Tony intanto,
seppur stordito, continua a chiedersi cosa abbia potuto provocare un tale
rumore. L'armatura vira, girando su se stessa ora con grazia, ma qualcosa la
blocca: una scala antincendio cala come una ghigliottina sulla nuca di Iron Man. La cosa più sorprendente, è che la forza di tale
impatto, lo inchioda a terra, con la scala che blocca i suoi movimenti.
-
Antigone... - comincia a dire Stark, non sa cosa
ordinare.
Attacco
in corso. Forza sovrumana fuori scala. Necessito dati.
- Sta
parlando nel tuo casco, vero? - fa una voce, da sopra la scala. La voce è
udibile solo da chi indossa l'armatura.
- Tracciato
voc... - fa per dire Iron
Man.
- Zitto,
idiota. Adoperati affinché le istruzioni che ho affidato a quel messaggio siano
rispettate. -
Rilevamento
pressione fuori scala. Tracciato Gamma fuori scala. Sovraccarico jet in
corso...
- Chi
sei? - chiede Tony, facendo finta di non aver sentito l'armatura.
- Lo sai
già. Credi alla tua tecnologia, per quanto rozza e grossolana. - ma Tony Stark si ripete nella mente che ciò che dice, è assurdo.
- Chi
sei? -
- I tuoi
sensori... - ma l'altro non finisce la frase: gli stivali jet sfogano il
sovraccarico e spingono le spalle di Iron Man fino a
sfondare la scala di metallo che gli impediva i movimenti. Il metallo produce
un rumore simile ad uno strappo, la scala si abbatte sulla strada, piegandosi,
mentre Iron Man, vira davanti ad un muro, per
ritrovarsi davanti al suo avversario.
Bersaglio in allontamento. fa l'armatura, ma Tony lo
ha già inquadrato. E' di spalle, una figura umana come tante altre, niente di
speciale. A parte il particolare che sta facendo un salto di trenta metri,
circa; per l'esattezza, Tony non capisce se sta volando o saltando, vista
l'altezza che raggiunge. Sistema
offensivo repulsore on line. il colpo parte, ma l'altro sparisce l'attimo dopo dalla
vista. Il raggio si abbatte su un angolo del palazzo, facendo crollare dei
mattoni nel vicolo, per fortuna sgombro.
-
Antigone, invia un conteggio dei danni alla REvolution con un ordine di risarcimento siglato dal
codice di Anthony Stark. -
Stima
dei danni in corso. 1200 $ per la nuova scala antincendio. 4000 $ di
ristrutturazione immobile. 3000 $ stimati per risarcimenti morali. Totale, 8200 $. Rapporto siglato e inviato.
- Molto
bene. Ora mostrami i dati completi sull'aggressore. -
Lancio in corso. Nuovi
istogrammi sul suo visore.
- Non
poteva essere lui. - fa, con stizza Iron Man - Non
era lui, l'ho visto, anche se di spalle, l'avrei riconosciuto se era Hulk! Verifica. -
Loading Verifica. Caricamento dati. I dati sono gli stessi.
- Non era
lui! - grida, con rabbia.
L'uomo
che "non era lui" intanto è tornato al suo rifugio dalle parti del
porto, sprangato dall'interno. Siede, le braccia conserte, lo sguardo
enigmatico. Intorno a lui, apparecchiature di ogni sorta, quelle che è riuscito
a procurarsi svaligiando negozi di elettronica e magazzini al porto, nei
dintorni. Sospira, scuotendo leggermente il capo e osservandosi intorno in
quello squallido laboratorio che si era costruito.
Alzandosi,
immerso nella penombra, afferra un tavolino rivoltato, con una sola mano e lo
distende in maniera che possa servirgli come piano di lavoro. Poi prende una
carta della costa di New York e la stende sul tavolo, studiandone i vari punti.
Individuato uno spiazzo, dotato di un faro in disuso, lo cerchia con un
pennarello rosso, fa al suo caso.
- Bene. -
fa, tra sé - E ora assicuriamoci che il vecchio Stark
faccia il suo dovere... - mormora, dirigendosi verso un altro tavolino.
- Danny, non era lui, ti dico. - afferma, Tony Stark, non più in armatura, stravaccato nella sauna, con addosso un asciugamano sulle parti basse. Danny Rand siede davanti a lui,
sulla panca antistante, stesso abbigliamento, ma
fisico ancora più invidiabile.
- Tony,
l'armatura di Iron Man con tutti i suoi sensori si
sbaglia? - gli chiede Pugno d'Acciaio, guardandolo dritto negli occhi.
- Ho
parlato con Iron Man. Pensi che non riconoscerebbe Hulk, di schiena, con i suoi occhi? -
- Saltava
quaranta metri. -
- Trenta.
-
- Trenta
metri. - ripete Danny meccanicamente - Mi pare che...
-
- Era
magro. - lo interrompe Stark - Un piccolo ometto.
Poteva essere l'Uomo Ragno o qualcuno così. -
- L'Uomo
Ragno non salta trenta metri. - lo contraddice Pugno d'Acciaio - E non lascia
una traccia di radiazioni gamma così riconoscibile. -
- Non
lascia nessuna traccia gamma. Lo so. - gli fa eco l'altro. - E non mi risulta
che abbia le ragioni o i mezzi per cambiare i
connotati ad Iron Man. -
- Sui
mezzi non ci giurerei... - afferma Rand, guardandolo,
ma viene interrotto dal multimilionario.
- Forse
l'urto con la scala ha danneggiato i sensori...ma la diagnostica
dell'armatura segnala a malapena danni superficiali, secondo Iron Man... -
- Lo ha
inchiodato a terra con una scala antincendio. Io direi che questo denota oltre
che una certa forza, anche una notevole inventiva. -
-
Inventiva, forza, agilità...e raggi gamma. Non mi piace. - commenta Stark, scuotendo il capo.
- Gli
porterai quello che chiede? -
- Ci sono
troppi dipendenti, qui. Le loro vite sono
implicitamente in gioco e anche la mia. Gli farò avere ciò che chiede da Iron Man... - mormora, e quando parla di "Iron Man", parla di se stesso; non vuole rischiare che
nessuno degli altri si cacci una situazione con tante incognite.
Danny Rand lascia la sauna una
ventina di minuti dopo, diretto verso la sede della Rand-Meachum,
per controllare alcuni bilanci che sarebbero stati
pronti in serata, stando ai suoi dipendenti. La strada non è molto lunga, ma gli basta quel piccolo tragitto per constatare come un abito
giacca e cravatta gli appaia così strano da scorgere nel riflesso delle
vetrine, in abbinato al suo volto.
Improvvisamente,
attraversando la strada, in vista della sua meta, avviene qualcosa di fulmineo.
Agli occhi di tutti gli automobilisti fermi al semaforo, l'uomo che
attraversava la strada un attimo prima, sparisce,
portato via da una folata di vento, da una scia indistinta. Danny
riatterra dolorante contro il muro di un vicolo,
nonostante i suoi riflessi, non si è reso conto di cosa sia successo.
- Danny Rand. - fa, una voce, dal
buio del vicolo.
- Chi
sei... - il suo pugno intanto si carica, pronto a colpire.
- Non lo
farei se fossi in te. -
- Vai
all'inferno! - grida, scattando verso la figura indistinta nelle tenebre, pugno
teso verso lo stomaco. - Aaah... - un grido sfugge
dalla bocca del combattente esperto, quando sente il suo pugno d'acciaio
stretto in una morsa potente, e che non sembra provocare alcuna fatica
nell'essere.
- Non
sapevo dei tuoi poteri...interessante. - mormora, l'altro - Porterai un
messaggio al tuo socio. Gli avevo detto che gli avrei fatto sapere dove portare
ciò che ho chiesto. - afferma l'altro, flemmatico.
- Te lo
scordi...chiunque tu sia, non puoi costringermi a fare...il...tuo...gioco... -
nel parlare, Pugno d'Acciaio si sforza, cercando di sollevare la sua mano, e
con un impeto improvviso dato da uno sforzo immane, riesce a centrare il mento
dell'altro. Il rumore della mascella dell'altro che si rompe giunge chiaro alle
orecchie di Danny.
- Ah... -
mormora l'essere, portandosi una mano alla faccia. Ora che si sposta,
leggermente più in luce, Danny può notare quanto sia magro, sul metro e sessanta. Indossa qualcosa sul volto,
una benda nera per coprirne i tratti.
- Chi
sei, idiota? Pensi di poter venire qui e... - comincia
a dire Danny, tirandosi in piedi, ma viene
interrotto.
- ...lo
sai? Mi rendi nervoso. - proferisce l'essere, mentre la mascella con un altro
scatto orrendo torna al suo posto. L'uomo in maschera si avvicina a Danny, ancora tutt'altro che
pronto dopo lo sforzo compiuto per liberarsi. Cerca di colpirlo, ma è inutile,
l'altro è troppo veloce. Pugno d'Acciaio viene
scaraventato contro un altro muro, che questa volta si crepa. - Non devi
rendermi nervoso, Rand! Non mi controllo... - ringhia
l'altro, sollevandolo sopra la testa - Ascolta bene ciò che ti dico, ora... -
rapidamente, gli viene descritto il luogo
dell'appuntamento, un vecchio faro in disuso da molto tempo, sulla costa. -
Niente SHIELD. Solo Iron Man. - aggiunge, alla fine,
come in un ringhio - E...Rand...per
avermi colpito... -
Un
secondo dopo Danny si ritrova a volare verso la
strada trafficata. Grida, cerca appigli inesistenti.
Il problema è che gli autisti non si sono accorti di lui, e l'impatto è
imminente. Con il pugno di nuovo caricato di energia, colpisce in pieno il
cofano della Land Rover su cui avrebbe
impattato. La lamiera si contorce, intorno al pugno, e le due ruote
anteriori cedono di schianto, ma lo slancio è tale da far roteare Danny sopra l'auto, per farlo atterrare più in là, sulla
strada. Il rumore di freni riempie le sue orecchie, ed è troppo confuso per
spostarsi, quando un'altra auto, involontariamente lo punta.
- Oh...ca... - le mani protese per proteggersi, inutilmente, in attesa di uno schianto...che non arriva. Quando Danny riapre gli occhi, può vedere distintamente un lampione che ha trapassato da parte a parte il cofano e il radiatore, piantando per terra il veicolo. Chiunque lo aveva gettato in strada, lo aveva fatto contro il proprio profitto, in uno scatto d'ira al quale aveva riparato, all'ultimo momento, perché Danny gli serviva vivo. Per sua fortuna.